Verona 09/04 /2014 – scritto da Mirko Sciutto
Debbo ammetterlo, oltre che per lavoro, diletto e curiosità da oltre 10 anni partecipo a tutte le giornate del Vinitaly e lo faccio con grande e soddisfatto entusiasmo anche l’ultimo giorno!
Qualcuno potrebbe dire “ti lamenti pure!” Ma soltanto chi vive interamente questa manifestazione, ossia dalle 9:30 del mattino alle 02:00 di notte per 4 giorni, l’ultimo giorno è veramente duro.
Ma io resisto perché il mercoledì di Vinitaly coincide sempre con un grande evento. Un paio d’anni fa ebbi il grande privilegio di partecipare alla mia prima degustazione con Civiltà del Bere proprio a pochi giorni di distanza dalla scomparsa del suo fondatore, Pino Khail e il mio ricordo di quella giornata intensa ed avvincente fu osservare la sincera commozione di tutti i protagonisti, tra i quali Piero Antinori, Pio Boffa, Sandro Boscaini, Incisa della Rocchetta, Micheal Mondavi per citarne solo alcuni, nel descrivere il grande contributo offerto da Pino Khail al mondo del vino.
Moderatore di quella splendida giornata fu il nipote del Compianto Khail, un commosso Alessandro Torcoli che da allora è’ stato investito del ruolo di successore nella conduzione della rivista e degli eventi del Vinitaly.
Osservo la cartellina seduto in una sala da 200 persone provenienti da tutte le parti del globo e leggo “Masters of Excellence”.
Degustazione di dieci grandissimi vini prodotti da cantine che nel corso degli ultimi anni hanno rappresentato l’eccellenza enologica nel mondo. Dieci vini leggendari da vendemmie del 1996 al 2012: alcuni di questi praticamente introvabili.
Il mio approccio a questa degustazione sarà semplicemente un racconto, un’annotazione di ciò che mi hanno lasciato i protagonisti presenti in sala.
Fate attenzione all’ordine di degustazione perché qualcuno potrebbe non concordare però un’apertura e una chiusura di questo livello potrebbero comunque mettere tutti d’accordo.
Apertura appunto per i leader indiscussi delle bollicine italiane, ovvero le Cantine Ferrari di proprietà dal 1952 della famiglia Lunelli. Ben 120 ettari piantati a Pinot noir e chardonnay coltivati nelle montagne trentine nel pieno rispetto del disciplinare del Trentodoc.
In sala Marcello Lunelli che presenta il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Trentodoc 1996.
Quale è il concetto di Innovazione per le Cantine Ferrari; “l’innovazione dev’essere una tradizione condivisa”.
Marcello in questi anni il Giulio è cambiato? “Sicuramente! E’ più longevo c’è più legame con il territorio ma con un gusto più moderno. La nostra filosofia (Gattopardo) è cambiare tutto per che nulla cambi. Da sempre la Ferrari considera lo Champagne un esempio da declinare ma non da copiare”
Il Giulio ha fatto il proprio debutto nel 1972, sole uve Chardonnay provenienti dai vigneti posti in Maso Pianizza a 500-600 M.l.m.
Giallo paglierino carico con riflessi verdognoli. Patisserie, erba, fiori secchie e frutta secca. Fresco a ben bilanciato. Molto lungo.
La famiglia Antinori produce vino sin dal 1385 e attraverso 26 generazioni con il Marchese Piero è riuscita a fare il grande balzo in avanti.
Albiera Antinori presenta il Tignanello Toscana Igt 2004
Proprio Albiera ha scelto personalmente il 2004 perché rappresentativo di una bella annata: equilibrata e calda.
Prima uscita nel 1971 per questo blend composta dal Sangiovese 85%, Cabernet Sauvignon 10% e Cabernet Franc 5%. Soltanto dopo il giusto invecchiamento in barrìques vengono selezionati i vini migliori per essere imbottigliati.
Le migliori annate : 85-90-97-07.
Granata con unghia aranciata . Liquirizia, prugna , ciliegia.
Equilibrio tra alcol e acidità . Tannino ben presente ma molto elegante. Lungo
La cantina Lungarotti è stata fondata nel 1962 da Giorgio Lungarotti e proprio grazie a lui l’azienda è riuscita a consolidare in Italia e all’estero l’immagine del Torgiano. Oggi l’azienda è gestita Chiara Lungarotti e Teresa Severini.
Proprio Teresa Severini, di cui sono rimasto affascinato, ci parla del loro gioiello, ovvero il Rubesco Vigna Monticchio Torgiano Rosso Riserva DOCG 2007.
Ambasciatrice del vino umbro che ammette che la Svolta è avvenuta dopo aver trovato il suo vino nella carta sotto la Regione Toscana.
Caratteristica del Rubesco, un solo anno di legno e i restanti nel vetro. Prima annata fu nel 1964 per questo fuoriclasse composto da Sangiovese e Canaiolo.Caratteristica del Rubesco, un solo anno di legno e i restanti nel vetro.
Rosso rubino intenso con unghia granata. Al naso frutta spezie e fiori rossi. Tannico, caldo con una bella acidità. Finale lungo con la spezia presente al naso che rimane ben persistente.
Annate storiche: 74-75-82-85-97-01-07.
Ormai tutti sono a conoscenza che il primo a produrre nella zona di Bolgheri un Boreaux in Italia fu Mario Incisa della Rocchetta, proprietario della Tenuta San Guido.
A parlarci del Sassicaia Bolgheri Sassicaia Doc 2010 è Priscilla Incisa Della Rocchetta ovvero l’ambasciatrice del ” Family Brand” nel mondo.
Prima annata nel 1968 e come allora vengono utilizzate solo uve da Cabernet Sauvignon 85% e Cabernet Franc 15%. Due anni di invecchiamento in barrìques per due anni e affinamento in vetro per 6 mesi prima di essere commercializzato.
Annate storiche: 88-97-98-07
Rosso rubino intenso con unghi tendente al granata. Frutti rossi piccoli e sentori di macchia mediterranea . Di grande eleganza.
La Cantina Argiolas venne fondata da Antonio Argiolas nel 1939 per poi passare nelle mani dei figli franco e giuseppe. Il grande cambiamento avvenne alla fine degli anni 80 quando i due fratelli decisero di ridurre drasticamente le rese per ettaro e decisero di affidarsi a Giacomo Tachis, unendo così tradizione all’innovazione.
Presente in sala la terza generazione con Valentina Argiolas che presenterà il Turriga Isola dei Nuraghi Igt 2008.
Turriga, capolavoro enologico è composto da 4 uve: Cannonau che da longevità,il Carignano che dona eleganza, la Malvasia per la morbidezza e il Bovale per la concentrazione.
Il Turriga ha debuttato con l’annata 1988 con le uve sopra menzionate. Lungo invecchiamento in legno 18-24 mesi e per poi essere affinato in vetro altri 14 mesi prima di essere commercializzato.
Rubino intenso. Frutti neri, spezie e pepe nero. Avvolgente. Tannino vivo e molto caldo.
Annate storiche: 88 – 98 – 08
Del 98 ne ho conservato ancora una!
La storia della famiglia Allegrini è la storia della Valpolicella Classica di una particolare area che si colloca tra Fumane, San Pietro in Cariano e Sant’Ambrogio.
Marilisa Allegrini ci racconta la storia de La Poja di come suo padre ci abbia creduto sin da’inizio. Oggi viene offerta in degustazione ai presenti il La Poja Veronese Igt 2000; vino difficilmente recuperabile vendemmiato in una annata calda. Molto bello il racconto della Sig.ra Marilisa a proposito delle Annate calde e annate di luce.
Prima annata del La Poja immessa sul mercato la 1983, anno dell scomparsa del papà Giovanni.; le uve provengono da una Collina ventilata protetta dal Monte Baldo e mitigata dal Lago di Garda. Terreno bianco povero e bianco.
Corvina in purezza: un Capolavoro di vino senza aggiunta di uva appassita che passa 20 mesi in barrìques di rovere francese a 10 mesi in vetro.
Annate : 88 – 00 – 01
Parlare dell’Amarone e dei vini della Valpolicella vuol dire parlare della Masi Agricola; i loro sono ovunque, ricordo che anche in periodi meno luminosi per i vini veronesi, nelle carte dei ristoranti oppure anche in piccole enoteche i vini della Masi si trovavano sempre.
Anche la Masi è un’azienda famigliare dove dal 1978 il presidente è Sandro Boscaini, ovvero l’ospite della degustazione che in dono ci porta il Mazzano Amarone della Valpolicella Classico Doc 1997.
Egli definisce l’Amarone il Gigante Gentile e alla domanda di Torcoli su quale dovrebbe essere il carattere obbligatorio la risposta del Boscaini è stata perentoria: “deve essere Amarone”.
Passione e rigore; le uve debbono provenire da vigneti siti nella Valpolicella Classica perché soltanto li c’è il giusto connubio tra suolo, clima, uve e tecnica.
Altra curiosità si deve allo stesso Boscaini l’istituzione all’interno dell’azienda del Gruppo Tecnico Masi: ciò perché ” il vino non deve farlo un enologo ma bensì un gruppo di tecnici”.
Prima annata del Mazzano nel 1964 da uve Corvina 75%, Rondinella 15% e Molinara 5%..
Rubino riflessi granata. Terziari morbido e fresco.
Annate: 07 – 97 – 90 e anche se più delicato il 95.
Per Bertani Domains, Emilio Pedron
Amarone della Valpolicella Classico Doc 2006
La Bertani è stata fondata nel 1857 e ha la sua sede storica a Grezzana a nord-est di Verona mentre la sede per l’appassimento delle uve è a Villa Novare il Valpolicella; in totale la Bertani è proprietaria di circa 200 ettari e esporta i propri vini in oltre 40 paesi. Oggi fa parte di un gruppo di aziende, la Bertani Domains .
Presente Emilio Pedron CEO di Bertani Domains con l’Amarone della Valpolicella Classico Doc 2006.
L’annata che assaggeremo oggi è l’ultima uscita e Pedron tiene a precisare che ci vogliono ben 2700 giorni prima di essere commercializzato. Questo vino ha debuttato nel 1959 e le uve utilizzate sono la Corvina veronese con un 20% di Rondinella.
Grandi annate: 64 – 67 – 80 – 85 – 88 – 97 – 05 – 07
Si scende al Sud con Gianfranco Fino è il suo ES Primitivo di Manduria Doc 2012.
Caso unico nazionale, soltanto negli USA o in Spagna si sono verificate situazioni simili! In nemmeno 10 anni di attività è riuscito a mettere d’accordo tutte le guide.
Enologo a fine anni 90 ha conosciuto Veronelli e ha collaborato con lui alla stesura de l’Olio secondo Veronelli. Il segreto dei suoi vini sono 10 ettari di vigneto ad alberello di cui alcuni veramente molto belli, l’alta gradazione alcolica e bassa temperatura in cantina.
Prima annata nel 2004, da Primitivo in purezza. Macerazione in acciaio da 70 Hl con macerazione sulle bucce tra le 2/3 settimane e almeno 2 rimontaggi giornalieri. Dopo il travaso il mosto viene trasferito per metà in barrìques nuove e l’altra in barrìques di secondo passaggio.
Dopo nove mesi nel legno il vino assemblato viene lasciato per altri 9 mesi in bottiglia.
Dopo averlo assaggiato ho compreso il perché del successo di questo vino. Se fosse un’auto sarebbe una Maserati.
Annata : 2005 perché si sono verificate molte problematiche
150 anni di esperienza famigliare nel produrre da sempre vini di grandissima qualità dicendo per i più il simbolo di una regione, la Sicilia! Questo è Donnafugata.
A illustrarci il Ben Ryè passito di Pantelleria Dop 2011 non poteva essere altrimenti che la “Cantrice” della Sicilia, Jose Rallo.
La Mission di Donnafugata è realizzare Vini piacevoli e bevibili che rimangono e non si dimenticano. E alla domanda di Torcoli di parlarci del Ben Ryè la Rallo decide ben altra cosa! Raccontandoci com’è’ nato!
Nel 1989 mamma Gabriella chiese al marito Giacomo di partire per una vacanza, quella che non sono mai riusciti a fare e il buon Giacomo stranamente acconsentì ma scegliendo lui stesso la meta. Così disse “Gabriella ti porterò al mare, andremo a Pantelleria”.
Partiti alla volta dell’isola, il primo giorno lo trascorsero insieme; il giorno seguente Giacomo con la scusa di essere troppo stanco chiese alla moglie di andare lei in spiaggia e di non preoccuparsi perché l’avrebbe raggiunta. Alle otto di sera Gabriella era disperata perché di Giacomo nessuna traccia. Verso le nove spunta Giacomo e la moglie ansimante , stai bene, cosa è accaduto…..
“Niente Gabri, niente…. sai ho fatto un giro, ho visto una vigna e casualmente il notaio aveva tutti documenti pronti… era un’affare….Gabri non sei contenta? Una nuova vigna vuol dire un nuovo vino da realizzare!” E il giorno seguente erano nuovamente a Marsala.
100% Moscato di Alessandria per il figlio del vento.1
Al naso un giardino , una macedonia. Il successo di questo vino è legato all’ Equilibrio tra dolcezza e acidità.
A detta della Rallo…..Nato per completare la gamma!
A parte la mosca bianca Gianfranco Fino, I Maestri dell’Eccellenza rappresentano la storia enologica italiana; storia di famiglie che restando unite sono riuscite ad imporsi nel mondo enologico internazionale, storie di uomini e donne che caparbiamente sono riusciti a realizzare i loro sogni vendendo puro godimento.
Mirko Sciutto